Campello Monti, fino ad allora appartenente alla Provincia di Vercelli, venne aggregato a Valstrona (allora in provincia di Novara e oggi in quella del VCO). Nel 1976 fu istituito il circondario autonomo del Verbano-Cusio-Ossola, con sedi a Domodossola, Omegna e Verbania; nel mentre venne fondata l'Unione Ossolana per l'Autonomia e ciò, a seguito di pressioni esercitate sul governo romano, fece giungere nel 1992 all'istituzione della provincia del Verbano-Cusio-Ossola.

Il 21 ottobre 2018 si è tenuto un referendum consultivo sull'ipotesi di distacco del territorio provinciale dal Piemonte al fine di aggregarlo alla Lombardia. Data la bassa affluenza alle urne, attestatasi a 47 603 votanti totali a fronte della necessità di 71 688 voti favorevoli, la proposta di cambiare Regione è stata dichiarata respinta.

Simboli

Lo stemma è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 19 luglio 1999.

I monti alludono alle Alpi e la chiave rappresenta il valico del Sempione, chiave d'accesso all'Italia. Le onde richiamano i molti laghi della parte meridionale della provincia, e anche le armi dei Borromeo, famiglia con forti legami con il territorio.

Monumenti e luoghi d'interesse

Aree naturali

Circa il 38% del territorio provinciale è rappresentato da aree protette a conferma dell'elevato valore ambientale presente.

La provincia comprende nel suo territorio il Parco Nazionale della Val Grande.

Parchi naturali regionali

Riserve naturali regionali

Siti di interesse comunitario SIC:

Società

Evoluzione demografica

Etnie e minoranze straniere

Al 1º gennaio 2018 gli stranieri residenti nella provincia erano 10 243, ossia il 6,4% della popolazione.

Lingue e dialetti

La Carta dei dialetti d'Italia, del linguista Giovan Battista Pellegrini, inquadra il territorio tra il Ticino e la Sesia (Novarese) come area di transizione. Inserita nella regione linguistica lombarda (III), la zona viene definita come "area mista di complessa classificazione", evidenziando una realtà dove isoglosse lombardo-occidentali (insubre) e piemontesi si incontrano e si sovrappongono sul territorio. Più netto è il giudizio di altri linguisti. Gaetano Berruto, nel 1974, scriveva: «Il Novarese e l'Ossola presentano parlate di carattere ormai spiccatamente lombardo, specialmente per quel che riguarda l'intonazione e il lessico, che si oppone concordemente al lessico tipico panpiemontese, concordando col lessico tipico lombardo...». Più recentemente, Tullio Telmon, alla voce "Piemont" ed Ottavio Lurati in "Lombardei und Tessin", del Lexicon, hanno escluso le parlate della provincia del Verbano-Cusio-Ossola dal complesso dei dialetti piemontesi attribuendole alla sezione occidentale del diasistema lombardo. In particolare l'ossolano, rileva Telmon, rientra nel lombardo di tipo alpino che raccoglie le parlate lombarde più conservatrici. Ancora Michele Loporcaro nella sua panoramica delle aree dialettali italiane settentrionali definisce le varietà dell'Ossolano e del Novarese come "francamente lombarde". Più definita, dunque, appare la posizione del VCO, dove ossolano e verbanese mostrano stretta affinità tanto con le parlate ticinesi del Sopraceneri quanto, nel secondo caso, con i dialetti del Varesotto, non costituendo il Lago Maggiore un confine culturale, bensì un tramite di rapporti materiali e linguistici tra le popolazioni delle due sponde e dei due stati. Nella zona del Cusio le parlate locali rlvelano già elementi piemontesi, specialmente nei centri prossimi alla Valsesia.

Dall'Ossola e dalle valli del Verbano, rispettivamente, provengono due importanti attestazioni del milanese letterario. Il domese Giovanni Capis, storico e giurista, è l'autore del Varon Milanes, dizionario etimologico del lessico milanese. I rustici dialetti delle valli della sponda occidentale del Lago Maggiore furono la base linguistica per quel pasticcio letterario che espresse per lungo tempo (dalla metà del '500 a tutto il '700) il filone della poesia satirica e carnascialesca a Milano (La Bedie di Fechin dol Lagh Mejò).

A Macugnaga e soprattutto in Val Formazza sono tuttora vive parlate di tipo alemanno (Walser), espressione di comunità giunte dal confinante Vallese nel corso del medioevo. Altri insediamenti walser presenti sul territorio, come Ornavasso e Campello Monti, sono ormai da tempo di parlata romanza. Le parlate walser del VCO sono riconosciute come una delle quattro lingue storiche presenti sul territorio piemontese, e come tali degne di tutela e di protezione, in base alle leggi regionali numero 26 del 1990 e numero 37 del 1997.

Religione

Tutti i comuni della provincia fanno parte, in ambito ecclesiastico, della diocesi di Novara, suddivisa qui nei vicariati del Verbano (54 parrocchie), Cusio (32 parrocchie) e Ossola (67 parrocchie). Dal 2012 vescovo di Novara è Franco Giulio Brambilla. Nell'alto Verbano, Cannobio e la sua pieve furono aggregate alla diocesi novarese solamente nel 1818, essendo prima parte dell'arcidiocesi di Milano. Quale legame con la città meneghina tutte le parrocchie dell'antica pieve conservano tuttora il rito ambrosiano. Tentativi di istituire una diocesi locale con sede nel comune di Pallanza (1700-1800 circa), caddero nel vuoto. Nella provincia sono inoltre presenti importanti centri Buddisti (Albagnano o Bordo). Sono presenti anche ferventi tradizioni pagane come quelle legate alle Strie (streghe) ossolane e altre comunità religiose non limitate all'ambito cattolico.

Economia

Punto di forza dell'economia locale è il turismo, sia lacustre sia montano, caratterizzato dall'ampia presenza di villeggianti stranieri (prevalentemente svizzeri, tedeschi, francesi e olandesi); i luoghi di maggior interesse turistico sono le coste del Lago Maggiore (da Cannobio a Belgirate, con particolare attenzione alla città di Stresa,