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Plesio (Pies in dialetto comasco, AFI: /ˈpjeːs/) è un comune italiano sparso di 809 abitanti della provincia di Como in Lombardia. Il comune fa parte della Comunità montana Valli del Lario e del Ceresio situato in Val Menaggio.

Geografia fisica

Territorio

Plesio è adagiato in zona collinare sotto le pittoresche crode dolomitiche del monte Grona, nelle Prealpi comasche, situato sul versante lariano della Val Menaggio al di sopra della riva occidentale del lago di Como. Da Como, suo capoluogo di provincia, dista 28 km.

L'intero territorio comunale ha una escursione altimetrica di 1832 m, da 275 a 2.107 m s.l.m., comprendendo nel suo territorio, la cima del monte Grona (1.736 m) e la cima del monte Bregagno (2.107 m). È suddiviso in sei frazioni, disposte a varie altitudini nell'ampia conca formatasi dall'erosione del ghiacciaio nei più antichi calcari marnosi e nelle arenarie del carnico.
Nella classificazione sismica dei comuni italiani prevista dalla OPCM 3274/2003, Plesio è classificato in zona 4 (pericolo irrilevante).

Il corso d'acqua più importante è il Sanagra. Questo torrente nasce nelle vicinanze dell'alpe Nesdale, sotto la vetta del Bregagno e il suo letto rappresenta il confine occidentale del territorio comunale. In passato venivano attribuite proprietà miracolose alle sue acque, il suo nome si riteneva originasse etimologicamente dal latino sanat aegros, cioè guarisce gli ammalati. La val Sanagra è una delle valli ancora oggi poco conosciute ed incontaminate della provincia di Como.
Altri piccoli torrenti, ma di portata non significativa, sono presenti, così come numerose sorgenti, tra le quali la più rilevante è la fonte del Tröi, che fornisce le acque allo stabilimento delle acque minerali Chiarella.

Il paese, che gode di una magnifica posizione panoramica che spazia su tutto il centro lago, è circondato da prati e boschi secolari.
Tra le specie più rappresentative della flora troviamo: il castagno, il ciliegio selvatico, il tiglio, l'ontano, il nocciolo, il carpino nero, il maggiociondolo. Più in alto la betulla e sulle rocce della grona il pino mugo. Nelle vicinanze di Breglia è presente un esteso lariceto. Nel sottobosco troviamo il ginepro, il biancospino, il rododendro, il mirtillo, i funghi.

Clima

Secondo la Classificazione climatica il centro abitato è situato in zona E, 2880 GG.
Il clima di Plesio è di tipo temperato fresco, influenzato dalla sua relativa altitudine, dalla buona esposizione e dalla vicinanza al lago di Como.

I dati provenienti dalla stazione meteorologica di Milano Malpensa indicano, in base alla media trentennale di riferimento (1961-1990) per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia, che la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno a +1 °C; quella del mese più caldo, luglio, è di +22 °C. Le precipitazioni medie annue sono superiori ai 1000 mm.

Origini del nome

Un atto di compravendita redatto nel settembre 1014 cita Plesio col nome di Plisa, mentre nel 1335 viene chiamato comune de Plexio. Nel 1585 viene citato come Pieso.
Le ipotesi sull'origine toponomastica sono assai contrastanti. Alcuni lo derivano dal greco Πλησὶον, attribuendo la fondazione del paese ai coloni greci portati da Cesare, ma questa ipotesi è ritenuta oggi assai inverosimile. Altri riportando l'Orsini e l'Olivieri, dal prelatino blese, "pendio erboso". Altri ancora dal celtico "roccia sopra l'acqua". Il fermante bl, comune a numerosi toponimi indicanti luoghi collinosi scoscesi, suggerirebbe "monte a perpendicolo sul lago".

Storia

La preistoria

Plesio è un paese con antichissime origini.

I resti di una imponente cinta muraria che perimetrava la sommità del Ciapp del castell, così come i riferimenti della microtoponomastica circostante (Sibell, Dunira, Paron, Ligomena) fanno supporre la presenza di un castelliere dell'età del bronzo finale databile al XII secolo a.C.. Si tratta quindi di una residenza fortificata dove si poteva dominare e sorvegliare l'area circostante e dove nei momenti di pericolo la popolazione tributaria poteva trovarvi rifugio. Probabilmente Plesio è uno dei ventotto castella che si arresero in quel fatidico 196 a.C. al console romano Marco Claudio Marcello insieme ai Comenses ai quali era confederato.

Di difficile datazione e collocazione culturale sono le pietre a scodella scoperte a Breglia, ma che comunque ci conferma una presenza antichissima.

Le fonti archeologiche databili con sicurezza, sono riconducibili alla cultura di Golasecca (G III A 3) ed attestano la presenza umana all'inizio del IV secolo a.C.
Si tratta di due olle riscontrate sulla strada che da Calveseglio porta a Plesio all'inizio del XX secolo facenti parte di una tomba ad incinerazione di un personaggio di sesso femminile, contenenti le ceneri della defunta e numerosi oggetti a corredo.

L'origine del paese quindi è da collocare in un periodo storico ben preciso, caratterizzato dalla decadenza della cultura di Golasecca ed in particolare del suo centro principale che era Comum e dall'invasione dell'Italia da parte di popolazioni galliche transalpine. La funzione di Plesio quindi, al pari di altre esperienze contemporanee, sembra essere quella di controllo di un punto obbligato della via di accesso alla città di Como. Risultava impossibile infatti costeggiare il lago per gli impervi dirupi del Sasso rancio, che venne attrezzato solo in epoca medievale e la via più naturale per aggirare l'ostacolo risultava quella di valicare la sella di Breglia, che per molti secoli restò la via principale. Comunque il Sasso rancio ha continuato a rappresentare un pericolo anche dopo la sistemazione medievale: Paolo Giovio ricordava che solo i pazzi lo attraversano e nel 1799 un'intera squadra di cavalleria cosacca dell'esercito austriaco al servizio del generale Bellegarde cadde a strapiombo nelle acque del lago.

Con la fondazione della nuova colonia di Novum Comum da parte di Gaio Giulio Cesare e con la nuova politica di espansione verso i valichi alpini, la via Regia acquistò un peso sempre più rilevante. Sarà poi solo sotto Augusto che si attuerà il progetto di rifacimento della rete viaria alpina per conquistare e pacificare i popoli germanici. Certamente la via Regina non ebbe mai un ruolo preponderante: infatti la maggior parte dei traffici transitava per via d'acqua, ma comunque, seppur secondario, la via richiedeva manutenzione e strutture di servizio.

Così Logo, dove sorgerà la chiesa di san Sebastiano, era consacrato a Lugh, che i Romani chiameranno Mercurio, il dio dei commerci, delle strade e il protettore dei viaggiatori. A Calveseglio, dal latino carrus e vehes, c'era una mutatio per il cambio degli animali e qui nascerà il centro demico, religioso e civile, della convalle. A Breglia, il culmen della strada, la tomba del IV secolo ci suggerisce l'importanza del posto e l'asse dell'imperatore Marco Giulio Filippo Augusto detto Filippo l'Arabo ci permette di datare con sicurezza la presenza romana nella metà del terzo secolo. Ma anche il comando con cui ancora oggi si comanda al proprio animale da soma di camminare, "i", ci tramanda la tradizione "latina" degli abitanti di Plesio di viaggiare e di trasportare.

L'età antica

Secondo gli Statuti di Como del 1335 Plexio dicti montis [Menaxii] è un comune inserito nella pieve di Menaggio che già la ripartizione territoriale del 1240 attribuiva al quartiere di Porta Torre della città di Como. Al comune de Plexio spettava la manutenzione della via Regia nel tratto dal ponte de la polla sino all'ingresso del Saxo Rantio.

Il 9 settembre 1413 il duca Filippo Maria Visconti concede con privilegio a titolo feudale a Martino e Franchino de' Castelli di Menaggio, capitano della parte guel