rancese, con il Trattato di Campoformido, anche Pasian di Prato entrò nel dominio dell'Impero Austriaco fino al plebiscito del 21 e 22 ottobre 1866 che sancì il definitivo passaggio al Regno d'Italia.
La menzione del toponimo "Colloreto de Prato", compare per la prima volta, nella sua forma completa, in un documento del 1350. In realtà la definizione Colloredo appare già in alcuni atti del XII secolo; tuttavia non è certo che tali citazioni possano riferirsi al borgo facente ora parte del nostro comune, a causa dell'omonimia con altre località del Friuli quali Colloredo di Monte Albano.
Certa invece è l'interpretazione della voce Colloredo, che deriva dal termine latino medioevale Corylus, cioè nocciolo, con probabile riferimento alla presenza di numerosi esemplari di queste piante nella zona in cui si insediarono i primi abitanti.
Molto limitate sono le notizie di ritrovamenti archeologici nel territorio di Colloredo di Prato ma è comunque certo che la zona era abitata già al tempo dei Romani.
Le origini di Passons sono certamente antichissime e risalgono probabilmente ai primi secoli dopo Cristo. Diversi ritrovamenti archeologici si verificarono nel corso dell'Ottocento, e particolarmente interessante fu il ritrovamento, il 31 gennaio 1885, di 12 scheletri sulle rive del Cormôr; ognuno degli scheletri aveva al fianco un pugnale. Secondo gli studiosi non si trattava tuttavia di sepolture romane bensì di epoca barbarica.
La prima traccia documentaria del toponimo Passons è invece del 9 dicembre 1244. Si tratta del verbale di un sopralluogo, effettuato per ordine del Capitolo di Aquileia, nei campi ubicati tra Colugna e il Cormôr, con l'intento di verificare la consistenza dei beni di proprietà dello stesso Capitolo.
Tra i presenti al sopralluogo compare un certo Adalprettus de Passono, nel quale va riconosciuto il primo paesano del quale si abbia certa testimonianza.
Le circostanze della nascita del paese sono comunque affidate ad una leggenda molto conosciuta. Sembra che in epoca antichissima tre fratelli dediti alla pastorizia, abbandonarono il loro paese del basso Friuli, per andare in cerca di fortuna. Giunti nei pressi di Udine, attirati dalla bellezza del paesaggio allora incontaminato, decisero di stabilirvisi. Il primo si insediò a Passons, il secondo ai Rizzi, il terzo a Bonavilla.
Per quanto riguarda il significato del nome Passons, i principali studiosi si trovano concordi nel farlo risalire alla voce latina Pastio, -onis, che in italiano equivale a "pascolo", con evidente riferimento alle caratteristiche del suolo. Lo studioso Sguerzi fa notare in proposito che nella lingua friulana sopravvive il detto: Lâ a passòn, cioè "andare al pascolo", pertanto l'espressione "passons", con la desinenza in 's' fa riferimento alla forma plurale della parola e, pertanto, Passons corrisponde a "pascoli".
La prima menzione del toponimo di Santa Caterina risale al 1367 in una deliberazione del Comune di Udine che autorizzava la liquidazione delle spese sostenute da Dictalmo degli Andreotti e dal notaio Ermanno per un viaggio ad Aquileia in qualità di ambasciatori della città incaricati di chiedere al Patriarca Marquardo di Randeck il permesso per l'istituzione di un mercato. In un primo tempo la risposta del presule fu negativa, ma successivamente — avendo ricevuto il fedele appoggio degli udinesi nella guerra contro Venezia — egli tornò sulla sua decisione firmando il 4 novembre 1380 il decreto di concessione di un libero mercato, esente da qualsiasi imposta, della durata di cinque giorni consecutivi, dal 23 al 27 novembre di ogni anno.
L'apertura del mercato veniva dichiarata dal pubblico banditore ed era ufficiale solo quando lo stendardo del Comune di Udine giungeva sul prato e veniva innalzato sul pennone. Durante la fiera i commerci in città erano sospesi fino alla sera del 27, quando la bandiera veniva deposta e i banchi dovevano essere immediatamente smontati.
I prati di Santa Caterina ospitarono la fiera e ne videro il grande sviluppo fino al 1405, quando ragioni di oppo