HTML may be malformed and/or unbalanced and may omit inline images. Use at your own risk. Known problems are listed at https://www.mediawiki.org/wiki/Special:MyLanguage/Extension:TextExtracts#Caveats.

Monfalcone (Mofalcon in dialetto bisiaco, Monfalcon in friulano, Tržič in sloveno, in passato in tedesco Falkenberg) è un comune italiano di 30 540 abitanti in Friuli-Venezia Giulia, in Provincia di Gorizia. Polo industriale e portuale, è sede dei principali cantieri navali italiani.

Geografia fisica

Territorio

La città di Monfalcone si estende sulla fascia costiera settentrionale del Mar Adriatico per 24,39 km ed è racchiusa a sud dalla baia di Panzano e a nord-est dal Carso, mentre verso nord-ovest confina con i comuni di Ronchi dei Legionari e Staranzano. Dal punto di vista sismico, il territorio comunale si trova, stando alla classificazione della Protezione Civile, in zona 3 soggetta a bassa sismicità.

Idrografia

La città è sita nella Baia di Panzano, a pochi chilometri dalla foce del fiume Isonzo, e gode di diversi canali artificiali navigabili, tra cui il Canale "Eugenio Valentinis", il cosiddetto Canale "Est-Ovest", il canale "Locovaz" e il Canale del Brancolo.

Monfalcone costituisce il punto più settentrionale del Mar Mediterraneo, raggiunto al vertice del Canale "Valentinis"; mare a cui si affaccia da un litorale sabbioso lungo più di 3 km tra le località di Marina Julia e di Panzano Bagni.

Le zone marino-costiere sono ricche di aree paludose e canneti, tra cui il biotopo delle risorgive Schiavetti e del fiume Cavana, che si sviluppano nella fascia sud-ovest a ridosso del canale del Brancolo e sono entrambi tutelati come siti di importanza comunitaria per l'importanza avio-faunistica, data anche la vicinanza alla riserva naturale dell'Isola della Cona. Nella zona est, grazie anche alla vicinanza alle foci del Timavo, ha sviluppo il canneto del Lisert, già zona paludosa che ha ottenuto importanti lavori di bonifica all'inizio del '900.

Sul territorio carsico, a ridosso dei confini comunali, hanno sviluppo alcuni piccoli laghi di risorgiva tra cui il Lago di Pietrarossa, uno tra i pochi esempi di stagno carsico d'Europa.

Orografia

Il territorio monfalconese è pianeggiante.

A nordest si sviluppa l'altopiano carsico che comunque mantiene altitudini modeste (in media sugli 80 m s.l.m., con punte di 140 m s.l.m.). Il rilievo di maggiore importanza è sicuramente il Monte Falcone (la cui denominazione di "monte" è da ritenersi errata, date le minime altitudini che raggiunge), da cui prende il nome la città.

Clima

Il clima, secondo la classificazione Köppen, è definito come temperato umido con estate calda. Si riscontrano estati anche molto calde, ma con una piovosità significativa distribuita nell'arco di tutto l'anno. In generale, il clima della città di Monfalcone si può considerare come la cerniera tra il clima della pianura veneto-friulana e quello della costiera triestina, riscontrandosi precipitazioni meno consistenti del primo e una ventosità meno accentuata (per i venti del primo quadrante) del secondo. Su Monfalcone, comunque, insistono, soprattutto nei mesi invernali, forti venti di bora che possono raggiungere raffiche oltre i 100 km/h. Dati di riepilogo nella tabella sottostante:

  • Classificazione climatica: zona E, 2213 GG.

Origine del nome

Il nome Monfalcone deriva quasi certamente da Monte Falcone, ovvero il rilievo carsico che sorge alle spalle della città e su cui si staglia la rocca.

Origine di questa etimologia si ha in un documento del 1260, in cui ci si riferisce alla città come in castro et loco Montis falconis. A sua volta il nome del monte, con molta probabilità, venne dato per la presenza, soprattutto all'epoca, di numerosi falchi.

Storia

Storia antica

Il territorio dell'attuale comune di Monfalcone fu sede, in età preistorica, di insediamenti organizzati su diversi castellieri, di cui ancora oggi rimangono tracce, essendo in posizione strategica per il controllo dell'area costiera e della via cosiddetta "dell'Ambra e dell'Ocra" che collegava il territorio al Mar Nero.

Nel periodo della Roma repubblicana il territorio monfalconese divenne municipio romano e conobbe un florido sviluppo data la posizione strategica per il controllo dei traffici commerciali lungo la via Gemina tra Aquileia e l'Istria. Sono di questo periodo le numerose ville romane costruite, come testimoniano anche le rovine pervenute, e soprattutto le terme.

Storia medioevale

In età medievale, nonostante la scarsa documentazione pervenuta, si è certi che vi fosse un insediamento denominato vicus Pantianus nell'area dell'attuale rione di Panzano essendo la zona di strategica importanza per il controllo dell'est Europa. È per questi motivi che, nei secoli, fu invasa e governata da molteplici popolazioni, quali Ostrogoti, Bizantini, il Ducato longobardo del Friuli e il Sacro Romano Impero.

Nel 967, l'imperatore Ottone I donò la città al Patriarca di Aquileia affinché ne controllasse le invasioni da parte degli Ungari, con la costruzione della prima Rocca, sebbene alcune fonti ne citino una precedente di qualche secolo ad opera di Teodorico.

Nel 1260 Monfalcone fu citata per la prima volta in un atto con il quale il conte di Gorizia Mainardo II restituiva al Patriarca di Aquileia la contrata Montis Falconis, ricevuta in pegno qualche anno prima. Ciò nonostante, le prime testimonianze di un nucleo fortificato abitato ai piedi della Rocca risalgono al 1289.

Nonostante si abbia notizia di una ripresa economica e sociale nel XIV secolo grazie anche al passaggio doganale presente a Monfalcone sulla cosiddetta "strada del Patriarca", non si possono non citare i numerosi tentativi di conquista da parte del vicino territorio di Gorizia.

Alla fine del secolo, le tensioni suscitate dal Patriarca Filippo d’Alençon fanno insorgere la città in una guerriglia a fianco della "Fedele Unione" di Udine, ora sotto il controllo della Repubblica di Venezia. Tra successi e fallimenti di conquista della libertà, la città cadde vittima del crollo del potere di Aquileia e il 14 luglio 1420, dopo tre giorni di assedio e resistenza, si arrese alle truppe veneziane del doge Tommaso Mocenigo, che comunque le riconobbe una certa autonomia.

Nonostante i numerosi tentativi di conquista da parte dei Turchi del 1472, 1477 e 1499, la rocca e la città murata rimasero inespugnate sotto il controllo della Serenissima.

Storia moderna

Nonostante una strenua resistenza nel 1509 all'invasione delle truppe austriache di Massimiliano I d'Asburgo, nel 1511 la città fu occupata per breve tempo dalle truppe imperiali; dominio che si ebbe anche tra il 1514 e il 1515, alternandosi a Venezia tra sanguinose battaglie. Proprio nel 1514, nell'atto dell'espugnazione da parte dell'imperatore Massimiliano, la città subì una profonda devastazione con la distruzione della Rocca, ricostruita e portata alle attuali fattezze solamente dopo il ritorno del governo veneziano stabilito con la dieta di Worms nel 1521.

Con la costruzione della vicina fortezza di Palmanova (1593), il territorio di Monfalcone perse parte della primitiva importanza e non fu più al centro dell'attenzione della Serenissima.

Tra il 1615 e il 1617, durante la guerra di Gradisca fra Venezia e l'Austria (detta anche degli Uscocchi), il territorio fu saccheggiato e incendiato, sebbene la città murata si salvò grazie alle artiglierie della rocca.

Nel 1797, le truppe napoleoniche francesi conquistarono la Rocca e, con il trattato di Campoformido, il monfalconese come gran parte della Repubblica di Venezia fu ceduto all'Austria; ciononostante, le truppe francesi rimasero a Monfalcone fino al gennaio 1798.

Con la pace di Presburgo del 1805 Monfalcone, così come l'Istria e la Dalmazia, fu ceduta al Regno d'Italia; tuttavia, con il trattato di Fontainebleau del 1807 che fissò il confine fra Regno d'Italia e Impero austriaco sul fiume Isonzo, Monfalcone divenne nuovamente austriaca anche se i francesi si riservarono il diritto di attraversarla per raggiungere l'Istria. Da questo momento, per la prima volta nella storia, Monfalcone fu staccata dall'area di Aquileia-Udine-Cividale ed entrò a far parte del Circolo di Gorizia.

Con il successivo trattato di Schönbrunn del 1809 Monfalcone fu unita, insieme ai territori a sinistra dell'Isonzo, alle appena costituite Province Illiriche poste sotto il diretto controllo francese fino alla riconquista austriaca del 1813. Da questo momento, Monfalcone passa stabilmente sotto il controllo dell'Austria fino alla Prima Guerra Mondiale, per il tramite della Contea Principesca di Gorizia e Gradisca (1825) e successivamente del Litorale Austriaco (1849).

Da questo momento, fino alla fine del XIX secolo Monfalcone conosce un forte sviluppo industriale, grazie a opere strategiche per il territorio quali il collegamento nel 1860 con la ferrovia proveniente da Trieste e la nascita di fiorenti industrie.

Storia contemporanea

L'importanza di Monfalcone accrebbe agli inizi del Novecento, grazie al completamento di alcune importanti infrastrutture, come la ferrovia Venezia-Trieste, che qui s'innestava con la linea per Udine, il canale di bonifica Valentinis, che nel suo ultimo tratto diventava navigabile garantendo così alla cittadina un collegamento diretto con il golfo triestino.

Questi fattori, assieme anche a grandi sbancamenti di ghiaia che avevano creato una baia artificiale, spinsero l'insediamento di numerose industrie quali la fabbrica di soda Adria Werke e il Cantiere Navale Triestino, che aprì i battenti nell'aprile 1908 per mano della famiglia Cosulich e diede vita ad una tradizione industriale secolare che ha radicalmente modificato il panorama economico locale.

Le mutate condizioni economiche cittadine, con una nuova richiesta di manodopera da parte dell'industria, portarono ad un importante aumento della popolazione, che passò da 4 500 abitanti dell'inizio del XX secolo agli 12 500 del 1914, e alla costruzione di nuovi insediamenti urbani.

Il 9 giugno 1915, poche settimane dopo l'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale, Monfalcone, preventivamente abbandonata dalle truppe austro-ungariche, venne presa dal Regio Esercito; tuttavia, la permanenza del nemico nelle trincee scavate sulle colline carsiche immediatamente a nord e ad est dell'abitato, fecero rimanere per due anni la città sulla prima linea. Questi luoghi furono teatro di sanguinosissimi scontri tra i due eserciti durante i quali restarono uccisi migliaia di uomini su ambo i fronti. Con l'avanzamento delle linee italiane dopo la decima e l'undicesima battaglia dell'Isonzo il fronte si spostò più ad est, verso il monte Ermada e le foci del Timavo. L'abitato monfalconese, così come le sue industrie, divenne un bersaglio dell'artiglieria austro-ungarica e fu così in gran parte distrutto o gravemente danneggiato. A fine ottobre 1917, dopo la battaglia di Caporetto e la conseguente ritirata italiana verso il Piave, la città fu riconquistata dagli austriaci che la mantennero sino alla fine della guerra. Al termine del conflitto, Monfalcone fu raggiunta dalle truppe italiane nei primi giorni del novembre 1918, dopo l'armistizio di Villa Giusti.

Furono coinvolti nei combattimenti nel territorio di Monfalcone numerose personalità di postuma notorietà come Enrico Toti, medaglia d'oro al valor militare, Giovanni Randaccio, maggiore dei Lupi di Toscana&l