poi chiesa parrocchiale, plebanale, dedicata a Celestino I, pontefice nel V secolo durante il Concilio di Efeso del 431 (il terzo ecumenico), subì diversi rifacimenti, l'ultimo negli anni dal 1856 al 1866, quando, ormai cadente e insufficiente al servizio religioso dell'accresciuta popolazione, fu completamente ricostruita, su progetto dell'architetto modenese Cesare Costa. Nel 1888 fu eretto il campanile, su disegno dell'ingegnere castelnovese Pio Soli. Nel 1928 la costruzione dell'edificio fu compiuta con l'edificazione della facciata, in stile neorinascimentale, tripartita, timpanata. Meritano di essere citate la decorazione del catino absidale sul tema «il Primato di San Pietro», quella della cupola su «la Gloria della Croce» e dei pennacchi su «i quattro Evangelisti»; tutti questi affreschi sono opera del pittore modenese Evaristo Cappelli, che li eseguì nel 1923. La pala dell'altare maggiore, San Celestino I papa che consegna a San Cirillo il decreto di condanna dell'eresia di Nestorio, è considerata una delle più belle opere del modenese Adeodato Malatesta e fu eseguita nel 1873. Sono firmati dal Malatesta anche i due quadri San Luigi Gonzaga e Sant'Antonio abate posti nella serie di edicole delle seminavate laterali.
  • La torre è a pianta quadrata, faceva parte della rocca marchionale dei Rangoni, fu innalzata negli ultimi anni del XIV secolo; era la torre di guardia del borgo murato circondata dal fossato perimetrale, le cui acque erano alimentate dal rio Gamberi e dal torrente Petazzara, secondo qualche autore così chiamato perché sboccava nella fossa in petto, ossia di fronte, al castello. Nel 1865, l'amministrazione comunale acquistò ciò che restava del castello, fece demolire i tratti delle mura rivolti a occidente e a oriente con la porta d'ingresso, abbattere il ponte, spianare le fosse, ricostruire il palazzo feudale già dei Rangoni, adattandolo a residenza municipale, secondo l'antico schema che prevedeva il portico in basso, la doppia fila di finestre ad arco al piano nobile, il coronamento merlato. Il 17 aprile 1945, un bombardamento aereo anglo-americano colpì pesantemente il paese, danneggiando la torre e il palazzo comunale. Nel dopoguerra si provvide all'accurata opera di ricostruzione. Recenti ritrovamenti hanno riportato alla luce anche l'antica cinta muraria del 1200, una delle più antiche d'Italia, nel centro storico del paese.
  • Presso Castelnuovo, sulla riva destra del torrente Tiepido, si trova la piccola chiesa di Santa Maria del Tiepido (o del Grumolo) originariamente dipendente dall'Abbazia di Nonantola. La località fu abitata in età romana, come dimostrato sin dai primi decenni del '800 da reperti archeologici: un sarcofago in tufo datato al II secolo d.C., un frammento di pavimento a mosaico in pietruzze bianche e nere, resti di muri di case, tutti della stessa epoca. La chiesa di Santa Maria del Tiepido è citata a partire dal XII secolo, è stata restaurata nel 1966 dagli attuali proprietari, conservando l'antico aspetto romanico. L'affresco raffigurante la Madonna della Neve, festa tradizionale il 5 agosto, alla quale la chiesa è dedicata, è di anonimo dei primi anni del XVI secolo. Diverse maestà a soggetto mariano ed oratori segnano poi il territorio sia nel centro abitato sia nelle campagne.