Castelnuovo Rangone (Castelnôv in dialetto modenese) è un comune italiano di 15 090 abitanti della provincia di Modena in Emilia-Romagna, situato nell'alta pianura ad un'altitudine che varia da 46 a 97 m s.l.m., a circa 13 chilometri a sud-est di Modena, capoluogo della provincia. Il suo territorio comunale, assieme a quello dei comuni di Castelvetro di Modena, Guiglia, Marano sul Panaro, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Vignola e Zocca, forma l'Unione Terre di Castelli.
Il comune di Castelnuovo Rangone è situato nell'alta pianura modenese, a 12 km a sud di Modena, occupando una superficie di 22,44 km². Confina con i comuni di Modena a nord, Spilamberto ad est, Castelvetro di Modena a sud e Formigine ad ovest.
La prima citazione del nome del paese appare in un atto di donazione datato 1025 fatta dal vescovo Ingone all'abate di San Pietro Ardorico, riguardante terreni e case in Castro Novo super ripam fluminis Tepidi de mane, come dire "in Castelnuovo sulla riva del fiume Tiepido dal mattino" (ovvero dalla parte destra del fiume, a Levante, che scorre verso il fiume Panaro a nord). È noto che nel XIII secolo il castello e una parte del territorio erano di proprietà dei signori Pico della Mirandola, che vi dovevano tenere un presidio di militi; inoltre nel 1391 il marchese di Ferrara ne investì formalmente la famiglia Rangoni. In quel tempo Castelnuovo, allora detto Rangone, era un borgo fortificato raccolto intorno al castello turrito, protetto da una cerchia murata e da un fossato, presidiato da una guarnigione permanente di armati al soldo dei Rangoni. La rivalità tra gli abitanti di Castelnuovo e quelli di Castelvetro, dovuta a questioni di confine e soprattutto all'orgoglio municipale, era assai viva. Nel 1796 l'occupazione francese segnò la fine del feudalesimo e la fine del governo dei Rangoni; modificando anche denominazione del paese in Castelnuovo in Piano. Il passaggio di truppe e la popolazione delle campagne e dei paesi corsero ad aggravare la situazione di miseria in cui versava buona parte della popolazione.
Nel 1796, con l'occupazione francese, Castelnuovo in Piano ebbe il titolo di capoluogo di comune e divenne sede di una municipalità nel dipartimento del Panaro; ma nel 1815, l'anno della Restaurazione del duca Francesco IV d'Ausburgo-Este e della riforma amministrativa del ducato, il comune di Castelnuovo fu abolito e aggregato a quello di Spilamberto come sezione (oggi diremmo frazione). Nel 1860, nella nuova riforma del dittatore Luigi Carlo Farini, il comune fu ripristinato e il paese riebbe l'antica denominazione di Castelnuovo Rangone. Negli anni che seguirono l'unità d'Italia, nello spirito di rinnovamento che pervase la nostra regione, anche a Castelnuovo furono attuate diverse opere pubbliche importanti che mutarono l'aspetto del paese.
"Lo stemma araldico del Comune di Castelnuovo Rangone raffigura uno scudo con campo azzurro e croce d'argento caricata da un lambello di tre pendenti d'oro che attraversa la croce. Lo scudo cimato da corona è contornato da due rami, uno di quercia e l'altro d'alloro, uniti da un nastro tricolore della bandiera italiana."
Oggi Castelnuovo Rangone è un centro modernamente ampliato; oltre le antiche case raccolte intorno alla piazza, sulla quale si affacciano la chiesa parrocchiale, il palazzo comunale, la torre medievale, ultimo resto dell'antico castello, si estendono le case, le ville, gli stabilimenti industriali sorti lungo le nuove vie periferiche.