ncenzo Ferrer (1847): si trova in contrada Montemarcone, e simboleggia l'eredità spirituale della storica chiesa di San Silvestro, che si trovava a poca distanza, sopra un colle sovrastante Piazzano. La chiesa fu realizzata nel 1847 ma l'aspetto attuale è frutto di un restauro molto invasivo del dopoguerra, che ha cambiato completamente l'aspetto esterno, arricchendolo di uno strato di intonaco, di un portico di accesso simile a quelli delle chiese romaniche, e di un campanile a vela con tre archi. La chiesa prima di ciò era un rozzo edificio a pianta rettangolare con blocchi di pietra irregolari, una facciata anonima, e con campanile a torretta.Internamente i muri perimetrali della navata unica sono movimentati da una serie di paraste con capitelli corinzi decorati, che sostengono una trabeazione molto sporgente. Di interesse solo le statue lignee dei santi principali, tra le quali la storica statua di San Silvestro.
- Chiesa di San Rocco (XVI secolo) : la chiesa era in passato dedicata alla Madonna del Carmine, con annesso convento ancora in parte conservato perché fu la prima sede dell'ospedale di Atessa. Il monastero fu fondato nel 1603, successivamente soppresso nel XIX secolo, quando la chiesa cambiò intitolazione. La facciata volge su Piazza Garibaldi, è bipartita orizzontalmente da alta trabeazione ed è inquadrata da un doppio ordine di paraste binate. L'ingresso è inquadrato da due paraste ioniche coronate da frontone triangolare, il secondo livello è dominato da un finestrone centrale a timpano curvilineo, il campanile laterale è una grande torre con la sommità decorata da gabbia metallica in ferro battuto lavorato, e al livello mediano ospita una nicchia con la statua novecentesca di San Rocco e il cane. L'interno a navata unica ha le decorazioni tipiche del tardobarocco, con stucchi dorati e altari policromi; i muri perimetrali sono arricchiti dalla presenza di altari minori. Un ordine architettonico di paraste scandisce verticalmente la navata centrale, la trabeazione aggettante segna l'imposta a volta a botte lunettata, marcata da cornici con figure religiose racchiuse in giochi di geometrie.
- Chiesa di Sant'Antonio Abate (XIV secolo ? - XX secolo): su fondata appena fuori dalle mura, a ridotto dell'ex convento delle Clarisse. Probabilmente la chiesa ha origini antiche, ma non si hanno documenti sufficienti, se non la lettura dell'esterno della chiesa stessa, che divenne la parrocchia di un piccolo borgo fuori Atessa, detto ancora oggi "Borgo Sant'Antonio". Nel Novecento la chiesa è stata oggetto di corposi interventi di restauro, ad opera dello stuccatore Giovanni Fagnani (1902), presenta la facciata rettangolare in laterizio, inquadrata da due paraste nei campi estremi, con capitelli corinzi, che reggono una semplice trabeazione, conclusa in alto da un piccolo coronamento a volute e altre decorazioni a losanghe con la bicromia dei mattoni in ocra e rosso. L'interno a navata unica ha la volta a botte, riccamente decorata con stucchi barocchi, mentre l'altare presenta una copertura del soffitto a cupola emisferica su pennacchi, con gli affreschi dei Quattro Evangelisti.
- Chiesa di San Michele (VII - XIX secolo): è la prima chiesa urbana di Atessa insieme a quella di Santa Croce, risalente al VII secolo, come dimostra un'epigrafe interna. La chiesa fu restaurata ampiamente nel XVIII secolo da don Giacomo Flocco, e un successivo intervento alla facciata in stile neoclassico si ebbe nel 1876, in laterizio, inquadrata dall'ordine di paraste giganti binate con capitelli corinzi, conclusa da un'alta trabeazione piana sormontata da balaustra. Il settore centrale è messo in evidenza dal trattamento a fasce orizzontali in bugnato liscio. L'ingresso è dato da un semplice portale architravato con timpano triangolare, con lapide decorativa ritraente il santo dei Longobardi che brandisce la spada. La pianta è longitudinale a croce latina con bracci del transetto sporgenti, e cupola situata sopra il transetto. L'interno è interamente rivestito di intonaci e stucchi tratti dal tipico repertorio tardobarocco. Una serie di semi-pilastri addossati alle pareti laterali sorreggono una trabeazione fortemente aggettante, che segue l'intero perimetro. La calotta della cupola è decorata da stucchi e pennacchi con immagini angeliche.
- Chiesa di San Domenico o del Santissimo Rosario (XIII secolo - XVIII secolo) : il convento risale al 1313, anche se fonti attestano la fondazione già dal 1275. Lo storico Bartoletti riferisce che lavori di restauro si ebbero nel 1556, e altri interventi si ebbero nei secoli successivi, nel 1664 il portale venne realizzato per volere di frate Antonio Coccia. Nel 1860 il convento fu soppresso e destinato al Municipio, e all'istituzione di un teatro civico al piano terra. Di medievale la chiesa oggi non conserva nulla, presenta un prospetto in laterizio articolato su due livelli, separati da una cornice e tripartito verticalmente da lesene impostate su un basamento lapideo. Nel settore centrale si apre il portale in pietra costituito da un sistema di colonne binate, impostate su alto basamento, che reggono un frontone ed inquadrano l'apertura ad arco. L'interno, molto più ricco, è rivestito di intonaci e stucchi del reperto settecentesco: una serie di archi a tutto sesto, impostati su pilastri cruciformi, dividono le navate laterali dalla centrale, il cui perimetro è segnato senza interruzione di continuità da trabeazione. Sulla volta a botte si trovano aperture semicircolari, l'abside è decorata da affreschi che raffigurano i Quattro Evangelisti.
- Chiesa di San Giovanni Battista (X secolo - XVII secolo): si trova in Piazza Benedetti, ed è una delle chiese più antiche di Atessa, citata dal Chronicon Vulturnense nel 998 d.C., oggi mostra il fianco sul piazzale, e l'accesso è dato dalla discesa Rio Falco, dove secondo la leggenda dormiva il drago che minacciò Atessa prima dell'uccisione da parte di San Leucio. Era preceduta da Porta Cannella, oggi scomparsa; sulla parete sinistra fu ricavato il Monumento ai Caduti per la Grande Guerra, riccamente decorato, mentre la facciata non presenta particolari elementi di interesse, e l'unica connotazione sterna è il campanile a torre. L'interno a navata unica è privo degli originali elementi medievali, e mostra una decorazione tyipica barocca, con affreschi settecenteschi dalle cromature raffinate che ornano le volte.
- Ex chiesa di San Gaetano: si trova sul corso Vittorio Emanuele, fondata nel 1668 da Leucio e Aurelio Scalella, dipendente dal monastero delle Clarisse. L'edificio oggi è ampiamente rimaneggiato, sconsacrato e adibito al Club Alpini d'Abruzzo. La facciata a capanna ha un portale con sopra un finestrone centrale, e sulla destra un piccolo campanile a vela. L'interno è a navata unica.
- Chiesa di Santa Maria Assunta della Cona: si trova presso il cimitero, realizzata nell'800. La chiesa presenta una semplice facciata a capanna interamente intonacata, unico elemento di interesse è il piccolo campanile a vela fiancheggiato da volute, situato in cima all'architrave a timpano triangolare. La chiesa mostra la tipica tipologia delle chiese rurali dell'Abruzzo meridionale, con esterno in laterizio e mattoni, ha l'interno a navata unica rimaneggiato nel secondo dopoguerra, con pochi elementi di interesse, come un dipinto del 1612 della Madonna col Bambino.
- Chiesa della Madonna del Buonconsiglio: si trova in contrada Pili, realizzata nel XIX secolo, forse su un sito preesistente. L'esterno è il tipico esempio delle chiese rurali abruzzesi, con facciata a capanna inquadrata da paraste angolari, in cui si apre il semplice ingresso architravato. L'interno riceve la luce da una serie di aperture laterali, monofore e archi trilobati. Lateralmente si trova una struttura in laterizio usata come sagrestia, mentre sul retro c'è un campanile a vela. Lo spazio interno è privo di particolari elementi di interesse, scandito da paraste che sorreggono una trabeazione continua; presso l'altare si trova una calotta ellittica su pennacchi decorati da medaglioni raffiguranti il Tetramorfo.
- Chiesa di Maria Santissima del Rosario: si trova in contrada Aia Santa Maria, realizzata nel 1927. L'originale prospetto è ancora in parte visibile, un semplice rettangolo inquadrato da paraste che sorreggono un timpano triangolare, quest'ultimo sovrastato da piccolo campanile a vela, mentre lo spazio interno è scandito da paraste che sorreggono una trabeazione continua. All'originale facciata è stata addossata una struttura con tetto spiovente, ossia un portico, con due ampie aperture semicircolari.
- Chiesetta di San Giuseppe: si trova appena fuori dalle mura di Atessa a nord di Porta Santa Margherita, vicino all'arco gotico che ha il nome di "porta di San Giuseppe". La chiesa risale al Settecento, almeno per l'aspetto attuale, ha la facciata a terminazione curvilinea, conclusa da un doppio campanile a vela, in asse con l'ingresso architravato. L'interno a navata unica non ha particolari elementi di interesse.
- Chiesa di San Benedetto (1975): la chiesa si trova nella grande contrada di Piazzano, edificata nel 1975 dal vescovo di Chieti Monsignor Fagiolo, su richiesta di don Luciano Cicchitti. Architettonicamente l'edificio presenta forme geometriche lineari, arricchito nella facciata da un grande mosaico che illumina tutto il prospetto con armoniose linee ed equilibrati cromatismi. Vi è rappresentato il santo accanto a personaggi di rilievo di Atessa. L'interno mostra opere sacre frutto degli artigiani atessani, come statue e paramenti liturgici.
- Chiesa di San Luca (1986): si trova nella contrada omonima, edificata nel 1986. Ha un aspetto moderno sobrio lineare, costituito da una navata unica rettangolare. Il campanile moderno è sormontato da una croce, conferendo slancio alla modesta facciata. L'ingresso è preceduto da porticato.
- Chiesa di San Marco Evangelista (XIX secolo): è una delle chiese più interessanti delle contrade, situata nel Casale Piana Ciccarelli. Si tratta di una chiesa con pianta a navata unica a terminazione absidale, consacrata nel 1896, forse sorta sul sito di un edificio più antico. Realizzato in materiale lapideo con facciata principale in laterizio, in cui la pietra è riservata a sola realizzazione dei capitelli, cornici e trabeazione. L'architrave a timpano triangolare è sormontata dal campanile centrale a doppio arco. Lo spazio interno è scandito da paraste giganti che sorreggono la trabeazione continua, due aperture laterali semicircolari inserite sull'attico sovrastante la trabeazione contribuiscono a dare maggiore luce.
- Chiesa di Santa Maria a Mare: si trova sulla discesa Santa Maria, così denominata perché rivolta verso l'Adriatico. Fu realizzata dalla famiglia Flocco tra il 1760 e il 1770 come ex voto a don Giacomo Flocco, curato della parrocchia di San Michele. È una piccola cappella a capanna, con facciata decorata da architrave a timpano triangolare.
- Chiesa di San Nicola extra moenia: si trova lungo il tratturo in Colle Flocco. Il primo impianto risale alla fine del Settecento, come si desume dallo stile barocco della facciata. Gli altri interventi risalgono agli anni '40, quando la chiesa venne intonacata, perdendo gli elementi decorativi antichi.
Architetture civili
- Palazzo degli Scalera o "Casa De Marco" (XIV secolo): l'edificio si trova in Largo Castello, e risale nelle forme attuali al XV secolo, si ipotizza, ricavato dall'antico castello. Unico elemento di rilievo è la finestra gotica del 1488 che si trova su via Castello, decorata da arco ogivale con colonnine laterali finemente lavorate, poggianti su leoni stilofori. L'impianto è rettangolare, con elementi di fortificazione alla base. L'interno è adibito a uso civile, ed è stato ampiamente rimaneggiato nei secoli.
- Palazzo Carunchio: si trova nel quartiere Santa Croce, in via Menotti de Francesco. Il palazzo venne edificato nel 1857 da Filippo Carunchio, e venne ricostruito nel secondo dopoguerra perché danneggiato, seguendo lo schema originale. Il palazzo presenta elementi decorativi ascrivibili alla tipologia dei palazzi ottocenteschi in cotto, con facciata di pietra, destinata forse ad essere intonacata, con il laterizio presente nelle finestre e nelle paraste. L'edificio si sviluppa su due livelli divisi da semplice cornice marcapiano. La facciata è scandita verticalmente da lesene che delimitano il palazzo, inquadrando gli ingressi sovrastati da balcone. Il palazzo è concluso da coronamento piano caratterizzato dai capitelli delle lesene, che sorreggono una semplice trabeazione, sormontata da cornicione.
- Palazzo Flocco: si trova in Largo Castello. Fu costruito nel 1654, sorgente nella stretta salita che unisce il quartiere Santa Croce al piazzale; si impone per la sua grossa mole nel minuto tessuto delle piccole case. Tipico esempio di casa agricola, è inglobata nella cortina di case-mura che costituiscono parte dell'antica cinta muraria medievale di Atessa. I locali sotto il piano terra sono destinati a magazzini di prodotti agricoli, l'impianto è privo di simmetria, interamente intonacato, e si sviluppa su tre livelli. In alzato esso è caratterizzato dalla presenza di una altana, che un tempo serviva al controllo delle proprietà terriere verso la pianura. Altro elemento che contraddistingue il palazzo è la scalinata decentrata rispetto alla struttura, che permette l'accesso al piano nobile.
- Palazzo Coccia-Ferri: si trova nel quartiere San Michele in via Belvedere. Sorge presso la chiesa di San Michele Arcangelo, si impone per la sua grossa mole sul piccolo tessuto di abitazioni, risalente al XVIII secolo, seguendo lo stile dei grandi palazzi signorili dell'epoca barocca. Il palazzo è interamente intonacato, si sviluppa su tre livello divisi da cornici marcapiano, le aperture del secondo e terzo livello sono arricchite da una cornice ad arco in mattoni, simile a quelle presenti su molti altri palazzi cittadini. Il palazzo oggi ospita il Museo d’arte “Aligi Sassuâ€.
- Palazzo del Municipio - Ex Convento dei Domenicani: si trova su Largo Municipio, accanto alla chiesa di San Domenico. Risale al XIII secolo, quando era il convento dei Padri Domenicani. Nel 1694 venne restaurata la facciata, oggi rimaneggiata. Agli inizi dell'800 una porzione divenne sede municipale, l'altra divenne teatro comunale, che venne realizzato dal 1863, venendo ultimato nel 1911. Per il municipio venne costruito lo scalone di ingresso che porta ai piani superiori, vennero chiuse le arcate del chiostro interno, e i sotterranei divenne carcere civile, prima della realizzazione del grande complesso penitenziario di Vasto e di Lanciano, più vicina. Un grande progetto di restauro conservativo ci fu nel 1984 ad opera di Paolo Marconi, che previde interventi di consolidamento, adeguamento funzionale del fabbricato del teatro che poggiava sulle carceri, poi l'architetto Pardi apportò interventi arredamento interno dello spazio teatrale, per abbellirlo dei decorazioni. L'aspetto esterno del municipio è quello tipico dei sobri edifici ottocenteschi, scandito da cornici e paraste in intonaco bianco, mentre il resto è di colore giallo. Ordini di semplici aperture si susseguono su due livelli. L'edificio ha pianta rettangolare a blocco, articolato su tre livelli. La corte interna, antico chiostro del convento, è coperta con una struttura che mal si addice con l'aspetto storico, ha portici su tre lati coperti da volte a crociera, da cui si accede al teatro.
- Palazzo Spaventa: il palazzo risale al 1875, probabilmente edificato accorpando vari altri edifici preesistenti, e si trova sull'ultimo lembo del corso Vittorio Emanuele che sfocia su Piazza Garibaldi. L'edificio è interamente realizzato in laterizio, con un pianterreno in cui i mattoni sono disposti a formare delle bugne che si interrompono nel settore centrale. La pietra è riservata ai capitelli, alle lesene, all'arco maggiore, alle mensole; la facciata si estende a sette assi, è articolata su due livelli, oltre il pianterreno. Il semplice portale è affiancato da due finestre ad arco, e dagli accessi a sesto ribassato delle botteghe. Al primo piano, in posizione centrale, si apre un grande balcone e sovrastante edicola con timpano triangolare.
- Palazzo De Francesco: si trova sul corso Vittorio Emanuele, costruito nel XVIII secolo. Il corpo centrale è caratterizzato dalla presenza dell'ingresso inquadrato da finte bugne si cui si apre l'unico balcone al primo piano, con cornice superiore su mensole, e un balcone più piccolo all'ultimo piano. Al primo piano si aprono tutte finestre inquadrate da bugne, al secondo ci sono solo balconi.
- Palazzo Marcolongo: situato in Largo Castello, risale al 1724, quando appartenne ai Massangioli, che lo vendettero a Giuseppe Marcolongo nel 1880. Il palazzo costituisce un caso eccezionale nella città , poiché è l'unico esempio di struttura civile in barocco napoletano. Il simmetrico prospetto, inglobato nella cortina continua dei palazzi attigui, è arricchito da elementi decorativi del portale e dei balconi, bipartito orizzontalmente da un'alta cornice marcapiano. Esso è articolato su due livelli, oltre pianterreno con mezzanini, senza scansioni verticali che non siano il doppio ordine di paraste. Il livello inferiore è inquadrato da un ordine di paraste giganti che racchiudono mezzanino e primo piano, in questo settore si concentrano gli elementi decorativi più significativi come il portale e le due aperture laterali. Il portale in pietra scolpita è ornato da un'alta cornice curvilinea, raccordata da volute riccamente ornate, lo stesso è riproposto in forme più semplici per il portone in legno dei due balconi laterali. Nel livello superiore con paraste ioniche, in asse col portale c'è una sola apertura architravata, fiancheggiata da due svecchiature.
- Palazzo Marcone: si trova presso Largo Castello. Risale al XVII secolo; dall’ingresso principale, attraverso un ampio vestibolo con volta a botte, sulla quale campeggia lo stemma, si accede alla zona residenziale. Le numerose stanze sono tutte molto raffinate e caratterizzate dalla pregevole pavimentazione in graniglia con decorazioni geometriche e dalle suggestive volte bottate con padiglione, e con cornici a stucco insieme ad affreschi che mostrano motivi floreali. L’interessante peculiarità dello storico edificio è la coesistenza della parte abitativa con quella produttiva, che comprende tre piani seminterrati, destinati all’attività di sussistenza della famiglia, della servitù e degli artigiani. In un ambiente scavato è conservata una monumentale macchina di frantoio, tra le più antiche dell’Abruzzo.
- Casale San Ma